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Acri-Bilancio di previsione con la Spada di Damocle del predissesto

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A fine mese il bilancio di previsione approderà in consiglio comunale e vi arriverà in un clima di grande incertezza.
Infatti il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale, meglio noto come Predissesto, è stato licenziato nella scorsa estate dalle assise, ma non ha ancora superato lo scoglio della Corte dei Conti.
La magistratura contabile non ha ancora detto se ritiene sufficiente il piano di rientro da una situazione finanziaria che, nonostante sia stato scongiurato, almeno per il momento, il dissesto, rimane in una condizione di forte criticità.
Il Predissesto, compilato con la collaborazione della Fondazione Trasparenza, prevede una significativa sforbiciata alle spese e otto anni di grandi sacrifici, oltre a circa tre milioni di nuova liquidità, che lo Stato anticipa, ma che con il tempo dovrà essere restituita.
Il clima in cui approderà in consiglio il bilancio di previsione inevitabilmente risentirà del fatto che la risposta sul Predissesto sia nel frattempo arrivata o meno.
Qualora dovesse essere negativa, si ricomincerebbe dal dissesto.
In ogni caso, vi sono altri nodi da sciogliere e soprattutto altri grattacapi per l’amministrazione comunale.
E sono tutti riconducibili alle difficoltà di riscossione dei tributi dello scorso anno.
Infatti c’è da fare i conti con la quota minima dell’acqua e con la Tari, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti.
Per quanto riguarda la prima, il Comune ha deciso di rivedere gli importi della cartelle e di cancellare la famigerata quota minima di consumo di 140 metri cubi.
In soldoni significa circa settemila cartelle e un mancato introito di circa 400 mila euro. Da qualche parte bisognerà tirarli fuori.
C’è poi l’incertezza sulla Tari, che in pochi hanno già pagato. La Libera Associazione Cittadina Acrese, che nello scorso febbraio sul caro tasse del Comune ha portato in piazza circa cinquemila contribuenti, ha già annunciato una class action di grandi proporzioni al cospetto della commissione tributaria per confutare gli importi.
Il comitato chiede che le cifre vengano abbattute dell’80%, per effetto del malfunzionamento del sistema di raccolta dei rifiuti dello scorso anno, così come prevede l’articolo 35 del regolamento comunale. Il Comune non è d’accordo e ha già annunciato che si costituirà in giudizio in caso di class action.
Al di là di come andrà a finire, per udire il giudizio della commissione, nella migliore delle ipotesi, bisognerà aspettare almeno un anno, ma nel frattempo le casse comunali dovranno far fronte al mancato introito di chi ha deciso, al momento, di non pagare.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” dell’08-04-2015.


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