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Acri-Fabio Curto chiama a raccolta la sua gente

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Fabio Curto riparte da sé stesso, dalla dimensione che più gli è congeniale e che non deve scendere a patti con interessi che a essa non siano riconducibili.
La rutilante ribalta mediatica seguita alla vittoria del talent “The voice” nel 2015 ha concentrato in sé le fattezze di un tempo che corre e che non ti concede il lusso della riflessione. Al punto che “nei giorni successivi alla vittoria di “The voice” ho rischiato di capitolare, tutto sembrava essere troppo e se non sei forte rischi di smarrirti. La popolarità è bellissima, ma non ci sono compromessi: la devi prendere tutta, così com’è”.
Ora quei tempi vanno posti sul comodino, una bella foto da rivedere, ma lontana dai propositi futuri. Le promesse non mantenute di un sistema usa e getta hanno comunque lasciato tracce profonde. E da queste oggi Fabio Curto riparte.
Quella incredibile vittoria era il frutto di consensi straordinari, che non si sono dispersi.
Per Fabio, “ora è il momento di fare il punto. I tanti concerti della scorsa estate mi hanno permesso di toccare con mano che c’è una comunità di fan, di chi non lo è più e di chi lo è diventato da cui ripartire”.
Ecco perché ha abbracciato la scommessa di Musicraiser, la piattaforma che ti consente di finanziare un tuo progetto discografico solo attraverso il calore della gente e la validità delle idee progettuali. Attraverso il meccanismo del crowdfunding, cioè raccolta fondi, chi ci crede può contribuire solo sulla base della fiducia nutrita in un artista.
Fabio Curto è il primo in Calabria a provarci e finora i numeri sono entusiasmanti.
La raccolta dura 60 giorni, Fabio ha presentato un progetto di 4500 euro, attraverso una sorta di prevendita del nuovo album, in uscita in primavera.
A Natale la somma era già stata raggiunta. A ieri erano stati messi insieme 6300 euro, con 203 raiser, cioè acquisti effettuati di cd e gadget di Fabio. A quota 250 verrà messo a disposizione dell’artista calabrese un ufficio stampa che curerà la promozione del nuovo album. C’è tempo fino al 2 febbraio, ma le cifre sono decisamente incoraggianti.
“E’ tutto molto bello – commenta a caldo Fabio Curto -, perché significa che c’è una comunità che crede profondamente in quello che faccio e mi sostiene”. Questo significa essere autonomi da certi meccanismi di mercato e “di riappropriarci del senso più profondo della musica, libera da certi condizionamenti”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 07-01-2018 Piero Cirino


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