Politica

Acri-Feraudo, sui dipendenti comunali in pensione l’affermazione del sindaco è grave

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Un post pubblicato dal sindaco Pino Capalbo sulla sua pagina facebook ha scatenato la reazione del consigliere comunale di minoranza Maurizio Feraudo.
“In un post (molto inopportuno!) sulla sua pagina istituzionale di Facebook- scrive Feraudo in una nota -, il sindaco di Acri, avvocato Pino Capalbo, a nome dell’amministrazione da lui guidata, sostiene che vi siano stati dipendenti comunali andati in pensione della presenza la città di Acri non si è mai accorta”.
Per Feraudo, “non una caduta di stile, come sostenuto nei commenti al post, piuttosto un’inedita affermazione grave e vile, che alimenta uno scontro pericoloso e dannoso che in questa delicata fase non giova affatto alla città di Acri. Un primo cittadino, proprio perché tale, non può arrogarsi il diritto di spargere veleni e di sparare nel mucchio delegittimando persone che hanno speso la loro vita al servizio della macchina municipale e dei cittadini, peraltro senza nemmeno fare, come avrebbe dovuto, nome e cognome dei pensionati presi di mira. Le sue risposte ai commenti – prosegue Feraudo – sono, poi, peggio del post stesso e contribuiscono a delineare la personalità politica di questo personaggio che non perde mai occasione di smentire ciò che le minoranze vanno sostenendo sin dal suo insediamento. L’anno di amministrazione che abbiamo alle spalle consente di affermare, a proposito della tanto decantata meritocrazia (che va applicata e non predicata ), che si tratta di un valore che non appartiene a questo sindaco, che evidentemente si è già dimenticato delle delibere relative alle nomine a titolo gratuito dei suoi collaboratori esterni fatte non solo in spregio alle più elementari regole di gestione amministrativa, ma, soprattutto, senza alcun criterio meritocratico. Come pure si è già dimenticato delle nomine scriteriate di professionisti ai quali sono stati accordati lauti compensi. A meno che – conclude la nota – per il sindaco Pino Capalbo il merito sia da ricercare nella militanza nel suo partito e nella sua coalizione e, soprattutto, nelle candidature nelle sue liste e nel sostegno elettorale datogli in occasione della campagna elettorale amministrativa che lo ha portato alla guida della città. Non si amministra una città insultando gli avversari e, soprattutto, denigrando quelli che non stanno dalla sua parte. L’aver dimostrato di non essere il sindaco di tutti dovrebbe indurlo alle dimissioni. Ma anche le dimissioni sono un valore che, ahimè, richiedono coerenza e responsabilità”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 25-08-2018 Piero Cirino


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