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ACRI: Il Consiglio Comunale Vota il Dissesto, Partono i Ricorsi

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Il consiglio comunale ieri ha votato il dissesto finanziario dell’ente, e lo ha fatto prevedibilmente a maggioranza. Cioè il cartello di liste civiche che ha eletto Nicola Tenuta a sindaco pochi mesi fa. Undici i voti a favore, sei i contrari.
Il dato più significativo è che tutti ricorreranno contro questa delibera. Lo farà la maggioranza, come ha anticipato lo stesso sindaco Nicola Tenuta, chiedendo alle sezioni riunite della Corte dei Conti, a Roma, che venga impugnata la delibera che essa stessa ha votato. Lo faranno, per motivi diversi, Pd e Udc.
E’ apparentemente paradossale, ma è stato il primo cittadino a spiegare che il paradosso è solo apparente. “Ricorreremo – ha detto Tenuta in consiglio – perché noi politicamente subiamo un dissesto che siamo stati costretti a dichiarare”.
Tenuta è anche assessore al Bilancio ed è toccato a lui relazionare ieri nelle assise.
La riunione del consiglio comunale è stato un condensato delle ultime. Si sono cristallizzate posizioni note da tempo e che si sono esasperate al punto da finire, come ha annunciato l’ex sindaco facente funzioni Luigi Maiorano, in Procura.
Tenuta, in circa un’ora, ha ribadito le pesanti responsabilità dell’amministrazione Trematerra – Maiorano, definita “dilettanti allo sbaraglio”.
Lo ha fatto all’interno di un excursus in cui la tappa più rappresentativa è datata 16 maggio 2013. E’ il giorno della delibera in cui la Corte dei Conti avvia formalmente la procedura di dissesto finanziario dell’ente. Per Tenuta vi è una doppia responsabilità dell’amministrazione Trematerra – Maiorano, che non solo avrebbe creato seriamente le premesse contabili del dissesto, ma che non avrebbe fatto ricorso al piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto predissesto.
Secondo Tenuta, la maggioranza e anche il Partito Democratico, lo avrebbe fatto perché si sarebbe preclusa ogni possibilità di vincere le imminenti elezioni Comunali.
L’Udc ha sempre detto che non c’erano i tempi tecnici, ma francamente l’argomentazione appare piuttosto debole.
L’Udc, per bocca di Luigi Maiorano, Anna Vigliaturo e Leonardo Molinari, variamente riconducibili allo scudocrociato, ha sostanzialmente detto che questa amministrazione aveva due obiettivi: dichiarare il dissesto e far fuori, attraverso l’istituto dell’incompatibilità, scomodi oppositori in consiglio. Entrambi sarebbero stati centrati.
Per il resto, i soliti argomenti: “non è possibile che in soli pochi mesi la nostra amministrazione comunale abbia potuto fare tanti danni”, “la massa debitoria è minore rispetto a quella indicata dal sindaco”, e via discorrendo. Per quanto riguarda l’Udc, c’è un aspetto che francamente inquieta. Rispetto a quello che dice, sembrerebbe che le difficoltà finanziarie del Comune siano ineluttabili e che nessuno abbia colpa. E questo è inaccettabile.
Il Pd, per bocca di Pino Capalbo, ha orgogliosamente rivendicato l’estraneità rispetto alle pesanti responsabilità che maggioranza e Udc si rimpallano. “Quella – ha affermato Capalbo, riferendosi all’esperienza Coschignano(2005 – 2010) – è stata una stagione ricca di problemi politici, ma di buona amministrazione”.
Da ieri è dissesto e gli acresi probabilmente non hanno ancora capito cosa significhi realmente.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano della Calabria” del 31-12-2013.


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