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Acri-Il Pd a Tenuta, dimettiti

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Il Partito Democratico torna a scagliarsi contro il sindaco Nicola Tenuta, chiedendone nuovamente le dimissioni.
“Il tentativo tragicomico da parte dell’amministrazione Tenuta – si legge in una nota del Pd – di scaricare su altri responsabilità che invece sono tutte proprie, deve essere risultato patetico sin da subito, probabilmente, anche allo stesso primo cittadino”.
Amministrare un ente pubblico “richiede forte dedizione al lavoro, esperienza, idee, competenze e, soprattutto, sacrificio dei vantaggi personali in favore dell’interesse collettivo. Questi e molti altri erano gli elementi che, all’atto dell’insediamento e innanzi ad una difficile situazione finanziaria, il sindaco e la sua giunta avrebbero dovuto mettere in campo. Così non è stato. Chi può – scrive ancora il Pd -, dopo le sonore bocciature della Corte dei Conti, affermare che l’azione più importante richiesta a questa amministrazione, ovvero quella di risanamento per mezzo del piano di rientro, non sia stata fallimentare? Ovviamente nessuno”.
Il sindaco, “non solo cerca ancora di camuffare la sua fallimentare azione politica, ma, incredibilmente, cerca goffamente di addebitarla ad altri. Cogliamo l’occasione per ricordare al sindaco Tenuta che il Partito Democratico acrese, tra i banchi del consiglio comunale così come per le strade, si è sempre opposto a tutte quelle politiche, dal nostro punto di vista, dannose per questa città, indipendentemente dal colore con il quale queste erano perpetrate. Voglia considerare prova di questa condotta il fatto che il fallimentare piano di rientro proposto da questa amministrazione e bocciato dalla Corte dei Conti, ha avuto i voti di molti, ma non certo quelli dei nostri consiglieri”.
Il sindaco inoltre “ci accusa di una “blanda” opposizione all’epoca del governo Udc. Oltre che mentire, in questo caso però dimostra di avere poco discernimento delle funzioni che la legge ripartisce tra maggioranza e opposizione. Cosa gravissima per un amministratore. Ad ogni modo – conclude il Pd -, caro sindaco, proprio tu che sei politicamente figlio di quelle stagioni amministrative, come puoi accusare di scarsa opposizione noi che, invece, siamo sempre stati coloro che proprio quelle stagioni hanno osteggiato?”.
E dunque “caro sindaco, accertato che la tua azione di risanamento non solo ha fallito ma, paradossalmente ha aggravato la condizione economica di questa città, e ricordato che nonostante abbia cercato in tutti i modi di nasconderle, enormi sono le tue responsabilità nel dissesto di questo Comune, ti consigliamo un atto di serietà politica, invitandoti, ancora una volta, alle dimissioni”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 20-11-2016 Piero Cirino


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