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Acri-Ospedale, emozione e indignazione

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Ha suscitato, e non poteva essere altrimenti, una vasta eco di emozione, ma anche di indignazione la vicenda del coordinatore sanitario della direzione sanitaria del nosocomio cittadino, F.S., colto da malore, con arresto cardiaco, costretto a un’autentica odissea per raggiungere l’ospedale di Catanzaro.
E’ accaduto venerdì mattina e il trasferimento è avvenuto in ambulanza, dopo il rifiuto di far alzare in volo l’elisoccorso, per una leggera pioggerellina.
L’emozione: perché F.S. è molto conosciuto e apprezzato nella comunità acrese; l’indignazione: per l’ennesimo capitolo di una storia vergognosa.
L’ospedale di Acri, che si fregia beffardamente dell’etichetta abusiva di Spoke, è ridotto a un primo soccorso.
Ieri tra gli operatori sanitari c’era un diffuso senso di scoramento e poca voglia di parlare. C’è tuttavia chi vuole esternare un sentimento di rabbia per la situazione in cui versa la struttura, come Roberto Cairo, che all’ospedale lavora da anni ed è anche consigliere comunale a Bisignano.
“Quello che è accaduto – spiega Cairo – è di una gravità inaudita ed è emblematico della condizione in cui noi operatori sanitari siamo costretti a operare. C’è l’aspetto del cittadino utente, ma anche di chi è costretto quotidianamente a rapportarsi con problemi che l’ospedale così com’è non è in grado di affrontare.
Arrivo a dire – conclude Roberto Cairo – che non ha senso tenerlo in vita in queste condizioni. A questo punto sarebbe meglio chiuderlo”.
Domani dell’ospedale si parlerà anche in consiglio comunale, con la presa d’atto del protocollo d’intesa sottoscritto nei giorni scorsi da otto sindaci del comprensorio che gravita sulla struttura sanitaria. Martedì a Catanzaro il neocommissario Massimo Scura riceverà una delegazione degli amministratori che hanno richiesto l’incontro.
Quello che è accaduto venerdì mette il carico da undici su una vicenda che si trascina, tra polemiche e proteste, fin da quando, a partire dalla chiusura del Punto Nascita, ha portato a una continua spoliazione di prestazioni servizi e sanitari che fino a poco tempo fa l’ospedale civile “Beato Angelo” era in grado di erogare.
Anche la recente sospensione di interventi chirurgici programmati, poi rientrata, la cui durata superasse l’ora, per la mancanza di un elettricista restituisce fedelmente la cifra di quanto sta accadendo. L’ospedale serve potenzialmente una popolazione di oltre settantamila abitanti, e lo fa in un territorio ricco di criticità naturali, con una orografia e un sistema di comunicazioni che certo non aiutano.
Tutte queste cose martedì verranno spiegate a Scura, con la speranza di trovare un interlocutore pronto a farsi carico di una situazione divenuta ormai insostenibile.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 29-03-2015.


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