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Acri-Pizzaiolo acrese vince campionato nazionale in Inghilterra

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Le statistiche fotografano impietosamente una Calabria con la valigia. Quei 5000 calabresi che hanno lasciato la loro terra nel 2015, registrati dalla fondazione Migrantes, rappresentano una emorragia di risorse ed energie che evoca tempi che si sperava ormai consegnati alla storia.
Sovente la cronaca riferisce di calabresi di successo lontano dai nostri confini. E questo è insieme un orgoglio e una maledizione.
Come dimostra Luigi Forte, pizzaiolo, di 23 anni. Nei giorni scorsi ha conquistato gli inglesi, vincendo il National Pizza Awards, una sorta di campionato nazionale della pizza d’oltre Manica. E’ stato incoronato al termine di un’avvincente finale, a Londra, alla quale hanno preso parte 16 selezionatissimi concorrenti.
Luigi ha convinto la giuria con la zuccosa: crema di zucca, salame toscano, porcini, scamorza affumicata e semi di zucca tostati. C’era poi una prova di abilità con ingredienti scelti dalla Galbani, sponsor della manifestazione, tra cui mozzarella, gorgonzola dolcelatte e salame milano, ai quali occorreva aggiungere vegetali e un’erba. Forte ha scelto cicoria e radice di sedano con la salvia. Le due tipologie di pizza rappresentavano altrettante categorie, i vincitori delle quali si sono collocati al secondo e terzo posto. La vittoria assoluta è andata al giovane pizzaiolo acrese.
La sua storia è quella comune di tanti giovani calabresi, costretti ad andare altrove, abbandonando casa e affetti, per cercare la loro strada. Luigi è a Londra da quattro anni e lavora in una catena di pub inglesi. Lui si occupa della pizza, ma ha una passione smisurata per la cucina in generale.
“Gli inglesi – ci spiega – preferiscono la pizza croccante, più vicina alla romana che alla napoletana, ma in generale amano comunque la pizza italiana”.
Circa la sua esperienza, “finite scuole superiori, dopo un breve periodo in un locale ad Acri, per assecondare questa mia passione, sono stato costretto a raggiungere l’Inghilterra. Questa è una terra che ti permette di crescere e affermarti, a condizione di essere disposto ai sacrifici”.
Sul futuro, “non mi vedo per sempre nel Regno Unito, un giorno mi piacerebbe tornare in Italia. Ma confesso che quando ci torno, per il momento, sotto l’aspetto professionale, non trovo alcuno stimolo”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 09-10-2016 Piero Cirino


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