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Lettera di Nicola Tenuta ai cittadini di Acri

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di Nicola Tenuta 

“Cari concittadini, come risaputo sono decaduto dalla carica di sindaco, incarico che avevo già ricoperto dal 2000 al 2005. Entrambi i miei mandati, grazie alla vostra spinta propulsiva e plebiscitaria, mi hanno visto impegnato nell’unico e solo obiettivo di ridare dignità, crescita e sviluppo  al nostro territorio. Nel corso del mio primo mandato, grazie anche ad una congiuntura economica nazionale e globale favorevole, abbiamo avuto la forza e la visione di progettare un nuovo modo di vivere e pensare la Città. Un luogo moderno, organizzato, ricettivo e capace di intercettare e vincere le sfide del millennio che era appena iniziato. A distanza di tanti anni, nel 2013, i cittadini mi hanno chiesto, con manifestazioni di affetto incredibili, di riprendere quel cammino interrotto otto anni prima. L’economia globale, la difficile situazione italiana e la drammatica crisi occupazionale del Mezzogiorno avevano messo in ginocchio molte famiglie acresi. I politici locali che si erano succeduti avevano esasperato ancor di più gli animi non riuscendo a garantire un progetto di sviluppo per la nostra Città, e in alcuni casi avevano sperperato i pochi denari di cui il Comune disponeva. Contro le forti perplessità iniziali delle persone a me più care decisi di accettare comunque la sfida.
Lo dovevo a tutti quei cittadini che dal 2005 al 2013 non avevano mai smesso di chiamarmi Sindaco.  La sfida era difficilissima e all’atto del mio insediamento, nel giugno del 2013, mi resi conto che assumeva i caratteri dell’impossibile. Il Comune, secondo la Corte dei Conti di Catanzaro, verteva già di fatto in stato di dissesto finanziario, la discarica comunale era stata ritenuta non a norma e, quindi, chiusa, i cani randagi bivaccavano davanti ai cassonetti stracolmi di rifiuti, la Sorical non riusciva a garantire il servizio idrico, i forestali erano stati mandati a guardare gli alberi in Sila invece di curare il verde pubblico cittadino, i creditori, quasi tutti piccoli imprenditori e professionisti acresi, chiedevano conto di ciò che gli spettava per lavori e prestazioni effettuate negli anni precedenti, l’Enel, a cui non erano state pagate le bollette per la fornitura di energia elettrica, lasciava al buio interi quartieri della Città, molti uffici pubblici chiudevano a causa degli effetti delle manovre lacrime e sangue del governo Monti, l’ospedale, grazie anche al contributo dei nostri rappresentanti regionali, veniva trasformato in un improbabile Spoke, che in realtà comportò semplicemente il depotenziamento del nosocomio in favore di quello di Castrovillari. Era questa la situazione all’alba del mio insediamento.
Nonostante tutto, abbiamo deciso di non mollare, di cercare con tutte le forze e le poche risorse che avevamo a disposizione di non farci travolgere dagli eventi nefasti che pesavano come macigni sul futuro della nostra comunità. Abbiamo lottato ogni giorno affianco a voi cercando in tutti i modi di risolvere i mille problemi che attanagliano la nostra comunità. Un comune aperto a tutti, ho ricevuto in questi anni centinaia e centinaia di cittadini, ho cercato sempre una soluzione, laddove esisteva e non fosse contraria alla legge, il mio telefono sempre a disposizione dei cittadini, notte e giorno. Nessuno può accusarmi di essere stato lontano dalla gente, io sono un uomo del popolo, voi lo sapete e mi avete sempre votato anche per questo motivo.
Ho diverse cose da rimproverarmi, ma tra queste non posso annoverare il fatto di non aver lavorato nell’esclusivo interesse della mia Città. E voglio ringraziare i miei compagni di viaggio che con tenacia, passione e caparbietà non mi hanno mai fatto sentire solo. I consiglieri di maggioranza e gli assessori che hanno sostenuto le nostre battaglie. L’eredità che vi lascio è costituita da una Città che è riuscita a debellare il malaffare e un modo di intendere e gestire la cosa pubblica familistico, arrogante, amorale e personalistico.
Il consiglio che mi permetto di darvi è quello di diffidare sempre da chi vi propone soluzioni facili e indolore, da chi ha sempre da contestare e mai da proporre, dagli arroganti, dagli arrivisti e dai politici di professione. Vi auguro e mi auguro un futuro migliore, grazie di tutto.


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