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Acri-Ieri altri due incidenti sulla SS660, nasce comitato spontaneo

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Ieri mattina altri due incidenti sulla famigerata SS660, la strada che collega Acri all’autostrada e a Cosenza. Quello che succede su questa arteria è materia di studio per chi volesse comprendere l’ineffabilità di certi meccanismi.
Da anni, con la pioggia, su questa trafficatissima strada sistematicamente le cronache segnalano l’ennesimo incidente. Il fondo stradale si trasforma in una saponetta e il mezzo diventa incontrollabile. Inizialmente chi ricorreva contro l’Anas si vedeva riconosciute le proprie ragioni, da qualche tempo l’orientamento è cambiato: inutile ricorrere perché il giudice dice no. Una perizia avrebbe stabilito una volta per tutte che il materiale non presenta criticità di sorta e che se si scivola è colpa di tutti tranne che dell’Anas.
Eppure quest’ultima da qualche settimana su alcuni tratti della SS660 ha messo un limite massimo di 30 km orari, come dire che a piedi si va più velocemente. E’ una sorta di ammissione di colpa, perché non si vede il motivo per il quale si debba stabilire un limite massimo inferiore a quello dei centri abitati su una strada statale se non vi sono pericoli effettivi. Da più parti viene interpretato come un modo per lavarsene le mani, perché nessuno su quella strada va a 30 all’ora e questo ha causato nella comunità acrese ulteriore irritazione.
Il paradosso è che nel corso degli anni, pur in presenza di un’elevatissima casistica di incidenti, fortunatamente, ma solo fortunatamente, senza vittime, non si sia provveduto a mettere in sicurezza il manto stradale. A fronte di questo paradosso tutto italiano, da ieri, per iniziativa del sito locale “Thisisacri”, si è formato il comitato spontaneo “Io non scivolo più”, che ha promosso una raccolta firme da indirizzare al Prefetto di Cosenza e ai Comuni di Acri e Bisignano.
L’obiettivo è quello di accendere i riflettori su una autentica assurdità: la strada con la pioggia è evidentemente pericolosa, l’Anas lo riconosce riducendone i limite di velocità massima, ma questo non basta a mettere in campo le necessarie soluzioni.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 04-04-2017 Piero Cirino


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