comunicato stampa

Acri-Laca, preoccupati per il futuro dell’ospedale

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E’ ancora l’ospedale il centro delle preoccupazioni degli acresi. A darvi voce ieri, con una nota, è stata la Laca (Libera Associazione Cittadini Acresi).
“Estate – vi si legge -, tempo di vacanze, ma anche tempo di emergenze: incendi, mancanza d’acqua e servizi sanitari ridotti all’osso. All’ospedale di Acri, come nel resto della Calabria, la carenza di personale sanitario è diventata ormai cronica. Da quando è andato via l’ultimo responsabile di Pronto Soccorso, il dott. Mollo, in conseguenza del finto e fantomatico Spoke Acri-Castrovillari, la penuria di personale è stata sempre all’ordine del giorno”.
Nel Pronto Soccorso di Acri, “per la gestione dell’emergenza-urgenza sul territorio, sono previste cinque unità mediche, più un responsabile, per un totale sei medici. Attualmente invece sono in tre, più un quarto arrivato il 18 luglio. Volendo ristabilire il significato delle parole, diciamo che se una unità medica viene individuata al posto di un’altra, si tratta di una semplice sostituzione non certo di potenziamento. Notiamo poi che – prosegue la Laca -, andati via gli ultimi responsabili/primari (Radiologia, Laboratorio Analisi, Medicina e Chirurgia), la situazione attuale del nosocomio acrese non è delle migliori. Da cittadini, osserviamo una quasi totale inefficienza dei servizi: ultima la chiusura, anche se temporanea, del Day Hospital, degli ambulatori di Medicina e il Day Surgery di Chirurgia. Proprio come è avvenuto l’anno scorso, anche in questa stagione estiva gli interventi chirurgici programmati sono stati sospesi, in più, quest’anno anche il Day Hospital di Medicina verrà interrotto nei primi venti giorni di agosto”.
Tutto ciò “naturalmente non è bene che sia di dominio pubblico. I cittadini che, loro malgrado, devono rivolgersi altrove per un’ecografia, una visita specialistica o un intervento “semplice”, conoscono molto bene il problema: si riducono, o meglio si chiudono, i servizi. Le priorità sembrano essere altre: affitti della Saub e del Cup. Per noi – conclude la nota – l’ospedale è stato costruito e deve funzionare per i degenti ricoverati, esso è nato per ospitare reparti di diagnosi e cura.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 23-07-2017 Piero Cirino


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