Politica

ACRI: SEL, Abbiamo Toccato il Fondo

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Nel dibattito post dissesto si inserisce anche il circolo locale di Sel
“La guerra fra gli ex amici Tenuta e Trematerra – si legge in una nota – è diventata una scadente soap opera a cui i cittadini acresi sono costretti ad assistere pagando un pesante prezzo sulla propria pelle. Ogni giorno emergono nuovi fatti ed accuse, sia a mezzo stampa che mediante manifesti denuncia, degenerando in questioni che con la politica nulla hanno a che fare.
A rendere la telenovela ancora più “inquietante” – scrive ancora Sel – ci ha pensato la stampa, che, in questi giorni, ha pubblicato una notizia “shock”, relativa a un’inchiesta da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con intercettazioni su alcuni componenti dell’ex amministrazione Trematerra. Pur nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, costituzionalmente garantito, e non volendo esprimere, al momento, nulla nel merito della condotta personale di alcuno, una cosa è certa: fino ad oggi non era mai accaduto nulla di simile e nulla di così vergognoso ad Acri. La politica non era mai scesa così in basso e il Comune non era mai caduto in un tale stato di degrado tanto da essere dichiarato il dissesto finanziario”.
Per Sel, “ancora più grave è che al dissesto si somma la perdita di centri di servizi e di presidi, l’affossamento dell’economia, la recrudescenza del fenomeno malavitoso, mai fino a ora a questi livelli, la “bassezza” del confronto politico, nonché la mancanza di progetto nell’amministrare il paese”.
In passato, “il modo di fare politica, serio e costruttivo, la gestione della cosa pubblica, trasparente e partecipata, dei politici acresi rappresentavano un riferimento per l’intera classe politica regionale”.
Secondo i vendoliani, “il provocato e cercato dissesto finanziario da una parte e la “farsa politica” dall’altra, sta arrecando danni irreversibili all’economia, alla crescita e all’immagine dell’intera comunità. Se questi “signori della politica acrese” provassero un minimo senso di rispetto nei confronti del paese e un minimo sentimento di vergogna nei confronti dei cittadini, data la loro corresponsabilità nel degrado provocato, dovrebbero sentirsi in dovere di tappezzare l’intero territorio di Acri con manifesti di scuse”.
Sel “torna a ribadire che Acri ha bisogno di un governo competente e autorevole e invita coloro che oggi non sono all’altezza del compito assegnatogli dai cittadini a fare umilmente mea culpa e ritornarsene a vita privata”. Inoltre “ritorna a chiedere un consiglio comunale aperto, attraverso il quale tutte le forze politiche e sociali della comunità possano trovare insieme, un percorso politico-sociale attraverso il quale arginare lo stato di degrado che rischia di superare il punto di non ritorno”.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano della Calabria” del 14-01-2014.


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