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Acri-Siluna Fest, prima da applausi

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Ottima la prima del Siluna Fest. Se questo esordio doveva servire anche per capire se una simile esperienza potesse avere un futuro, non vi è dubbio che la risposta non possa che essere positiva.
C’era molta curiosità intorno a questo format, esemplato sul modello del festival di Aliano, “La luna e i calanchi”. Il Siluna Fest è stato concepito e guidato da Giacinto Le Pera, che ha trapiantato in terra acrese l’esperienza che da qualche anno va avanti, per impulso del paesologo Franco Arminio, sul suolo lucano. La formula viaggia proprio sulle onde della paesologia, di cui Arminio è il principale ispiratore, con l’intento di far rivivere lo spirito più profondo dei luoghi, valorizzandoli attraverso esperienze di rigenerazione.
Non è un caso che i momenti più pregnanti del Siluna Fest, la cui tre giorni si è conclusa sabato scorso, siano stati quelli nel centro storico, tra Padia e Casalicchio, o sullo sponde del fiume Mucone e lungo il tragitto fatto per raggiungerle.
Non sono mancati i momenti di riflessione, sui libri come sulle prospettive della Calabria o sulla necessità di ripartire riscoprendo i giacimenti diamantiferi della sua storia e della sua cultura, spesso sacrificati sull’altare di un livellamento di gusti e consumi massificati.
Il messaggio che il Siluna Fest ha voluto lanciare è stato chiaramente percepito e non vi è dubbio che questa iniziativa debba ritagliarsi un suo annuale spazio tra quelle che popolano le estati dei calabresi. Il sasso nello stagno è stato lanciato e la speranza è che possa produrre effetti autenticamente positivi sui fruitori di questa inedita esperienza. C’è tutto il tempo per riflettere su come migliorarla e su dove occorra intervenire per farla crescere. In ogni caso, la prima non poteva andare meglio.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 07-08-2018 Piero Cirino


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