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ACRI:De Mita, Sono Un Democristiano Con l’Orgoglio di Esserlo

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Ciriaco De Mita mercoledì sera ad Acri ha tenuto un’autentica lectio magistralis sulla politica e, soprattutto, sulla filosofia della politica.
L’ex presidente del consiglio ha presentato il suo libro “La storia d’Italia non è finita”, nell’area Gazebo della Villa Comunale.
Accompagnato dal collega europarlamentare Gino Trematerra, ha preso parte all’iniziativa con Michele Trematerra, assessore regionale all’Agricoltura, Foreste e Forestazione; Mario Caligiuri, assessore regionale alla Cultura; Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione culturale “Vincenzo Padula”; Alberto Brandanti, presidente della fondazione onlus “Le formiche”; e i giornalisti Davide Varì e Roberto Saporito.
De Mita è un grande comunicatore, e questo è probabilmente uno dei motivi che gli hanno permesso di raggiungere le alte vette della politica nazionale.
Nel suo libro, come nell’iniziativa acrese di mercoledì, “racconta” una stagione politica, quella della prima Repubblica, e lo fa “con l’orgoglio di essere democristiano”, difendendo a spada tratta un sistema forse troppo sbrigativamente liquidato come quintessenza di tutti i mali della nazione.
Per De Mita la politica è “organizzazione della vita possibile”, ma anche “pedagogia attraverso la persuasione”. La discussione di ieri si è snodata prevalentemente lungo il crinale del rapporto tra Dc e Pci, le siderali distanze che spesso si riducevano fin quasi a far toccare gli estremi. L’ex segretario e presidente della Dc rievoca quasi con nostalgia quei momenti, fino ad ammettere che “non capimmo che la caduta del muro per noi non risolveva i problemi, ma ce li creava”.
Su questo dualismo, che di fatto ha bloccato la democrazia dell’alternanza per mezzo secolo, De Mita individua “la storia della democrazia italiana come storia di due grandi movimenti: la Dc e il Pci”.
La critica feroce alla seconda Repubblica non si risolve comunque in pessimismo cosmico: “la crisi di oggi si supera con il concetto di comunità, che tuttavia supera quello di nazione per organizzarsi in grandi aree”.

fonte: il quotidiano della calabria


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