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Sul grande schermo è arrivata una nuova riproposizione dell’Odissea: il ritorno di Ulisse a Itaca visto dal regista Uberto Pasolini.

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Tratto dagli ultimi canti dell’Odissea, il film ripercorre il ritorno sotto mentite spoglie di Ulisse a Itaca dopo vent’anni di assenza e peripezie, lo scontro con i Proci che ne insidiano la città e la moglie e il conclusivo ricongiungimento con Penelope. Il regista Uberto Pasolini ha scelto di riprodurre piuttosto fedelmente il testo originale del poema epico di Omero, risalente all’ottavo secolo prima di Cristo

Ulisse torna sulla sua isola e trova la residenza del re circondata dai proci che vorrebbero sposare la regina per impossessarsi del trono, ma Penelope prende tempo tessendo di giorno una tela e disfacendola di notte. Suo figlio Telemaco, è certo che il padre abbia un’altra donna e un’altra famiglia altrove ed è convinto che non tornerà più ad Itaca; vorrebbe che la madre sposasse un pretendente e ponesse fine all’assedio dei Proci, ma Penelope rimane fedele al marito.  Odisseo giunge mascherato da mendicante, entra nel palazzo reale, viene deriso dai Proci e osteggiato dal figlio, tuttavia sarà lui a dire l’ultima parola, ristabilendo l’ordine non solo nel regno, ma anche nella propria famiglia.

Un’Odissea dello spirito, senza viaggi, senza mostri, senza dei. Solo un uomo sfinito che torna a casa dopo anni di lontananza, una moglie tenace che lotta per mantenere fede ad un suo inatteso ritorno e il viaggio di un figlio verso l’età adulta, diviso tra l’amore per sua madre e il peso del mito di suo padre. Una famiglia separata dal tempo e dalla guerra, riunita dall’amore, dal senso di colpa e dalla violenza.

Parlando della sua opera Pasolini ha dichiarato: “…nonostante l’ubiquità dell’Odissea nella cultura occidentale sia senza tempo, il cinema non ha mai reso giustizia alla storia del ritorno di questo soldato alla sua terra, a sua moglie e a suo figlio. Oggi l’opera di Omero ci costringe a confrontarci con la tragedia della guerra, di chi la combatte e di chi rimane indietro, in una maniera che appare incredibilmente e tristemente attuale.

Trattandosi di una storia di ritorno e di redenzione dalla guerra, il mio interesse è sempre stato non tanto per l’elemento del fantastico nelle peregrinazioni di Odisseo, quanto per il ricongiungimento dei personaggi alla fine del viaggio. Quindi, pur conservando alcuni dei momenti più iconici dell’epopea di Omero, la nostra Odissea è il percorso di una famiglia che trova il modo di riunirsi contro gli ostacoli esterni ma, soprattutto, contro quelli del proprio cuore”.

Il regista ha voluto raccontarla da un’angolazione diversa e molto adatta ai tempi: l’incapacità di un soldato di ritornare alla sua vita precedente e ritrovare la sua vecchia parte di sé, perché la guerra cambia gli uomini e può alienarli persino dagli affetti.

Nei ruoli dei protagonisti, il britannico Ralph Fiennes e la francese Juliette Binoche che tornano a lavorare insieme per la terza volta dopo Cime Tempestose e a trent’anni da Il Paziente Inglese che valse alla Binoche il premio Oscar e a Fiennes la candidatura. Per interpretare Telemaco è stato scelto lo statunitense Charlie Plummer, mentre ritroviamo il nostro bravissimo Claudio Santamaria nei panni di Eumeo, il più fedele tra i servitori di Odisseo.

La pellicola, una coproduzione tra Italia, Grecia, Regno Unito e Francia, girata prevalentemente nel Peloponneso, è stata presentata ufficialmente a settembre 2024 al Toronto International Film Festival, prima di essere distribuito negli Stati Uniti nel mese di dicembre, per giungere finalmente nelle sale italiane lo scorso week end.

Werner Altomare

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