Platea

Vincenzo Salemme torna al cinema con una nuova pièce teatrale: Con tutto il cuore

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Dopo Una festa esagerata, spettacolo teatrale diventato un film, a distanza di tre anni, Vincenzo Salemme replica il progetto: esce al cinema con una pièce scritta ancora una volta da se medesimo, che ha avuto una lunga e felice tournee italiana: Con tutto il cuore.

Salemme, come di consueto, oltre a scrivere, dirige e interpreta le sue commedie, seguendo quanto faceva Eduardo De Filippo, di cui molti lo considerano l’erede e che a volte lo ricorda nelle interpretazioni e nella capacità di portare sul palcoscenico un certo tipo di Napoletanità.

In questa nuova commedia, il protagonista è Ottavio Camaldoli (Salemme appunto), il quale è un mite professore di liceo che insegna lettere antiche: un uomo buono, serio, rispettoso delle regole, accondiscendente, insomma una persona perbene; un fesso, come lo definisce più di qualcuno nel film. Vive da solo con il figlio Gennaro dopo che la moglie è morta e la nuova compagna lo ha lasciato.

La trama parte da un omicidio per un regolamento di conti nel quartiere dove abita Ottavio: una sera viene freddato davanti al proprio ristorante il killer Antonio Carannante detto ‘O Barbiere perché è solito fare barba e capelli alle sue vittime dopo averle uccise. Responsabile dell’omicidio è ‘O Mangiacarne, boss del clan rivale. In punto di morte ‘O Barbiere sussurra all’orecchio della madre – interpretata dalla bravissima Cristina Donadio, che abbiamo visto nei panni di Chanel nella serie TV Gomorra – che vuole che il suo cuore venga donato alla persona che vendicherà la sua uccisione. L’organo destinato ad un pugile quarantenne, per un equivoco finisce, invece, per essere trapiantato nel petto del Professor Camaldoli, la cui indole è certamente molto distante da quella di un killer della camorra. Ma Donna Carmela, convinta del fatto che attraverso il trapianto del cuore venga trasferito al ricevente anche il patrimonio genetico e quindi anche il carattere del donatore, insiste addirittura pretende che Ottavio Camaldoli uccida per vendetta ‘O Mangiacarne il giorno di Natale.

Ed è qui che si rivela il vero senso della storia: l’eterna, ripetuta, inevitabile contrapposizione tra il bene e il male, riproposta in una sceneggiatura che viene tenuta in piedi in maniera straordinaria da attori che hanno l’abitudine a calcare palcoscenici teatrali: oltre a Salemme e alla Donadio, ci sono anche Maurizio Casagrande, Andrea Di Maria, Rodolfo Corsato, Antonio Guerriero, Gino Rivieccio che manifestano buon affiatamento e straordinari tempi comici.

Ma proprio questa forza teatrale può rivelarsi la piccola debolezza cinematografica che paga, in termici di tempi scenici, la bontà delle gag che, se sono divertenti a teatro, risultano un tantino lente, un po’ classiche (se non antiquate), a volte forzate e fuori luogo, sullo schermo cinematografico.

Certamente il pubblico di Salemme, che lo segue al cinema da oltre vent’anni apprezzerà; d’altra parte il commediografo napoletano lo ha abituato a questo suo modo di raccontare le sue storie e finora gli incassi gli hanno dato ragione. Gli auguriamo che anche quest’ultima storia ottenga un buon successo, combattendo al box office con colossi forestieri come No Time to Die, Dune o Space Jam, in un momento in cui il cinema torna finalmente ad ospitare al 100% spettatori desiderosi di tornare a vivere emozioni al buio di una sala cinematografica.

Werner Altomare


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