ComunePolitica

Acri-Maggioranza, dal Pd non accettiamo lezioni

Condividi:

Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione comunale alle accuse lanciate da Pd e Udc circa le responsabilità del dissesto.
“Ha ragione il Partito Democratico – è scritto in una nota – quando parla di bilanci falsati, entrate gonfiate, trucchi contabili, spese folli, consulenze e debiti milionari, ma dimentica di dire che la Corte dei Conti riconduce questo quadro nefasto agli anni della gestione Udc e della giunta Trematerra-Maiorano. Il Pd non dice che in quegli anni ha dimenticato di svolgere il proprio ruolo di opposizione, di vigilanza e di controllo, forse perché il suo piccolo leader non poteva dar fastidio ai potenti di allora, non poteva denunciare gli atti della giunta, dei suoi compari e amici”.
Per l’amministrazione comunale, “secondo la Corte dei Conti, la Procura e la Dda, allora si sperperavano i soldi pubblici, si consumava il disboscamento selvaggio e illegale del nostro territorio, si predisponevano atti per far nascere una centrale a biomasse, si commettevano reati gravi, anche di natura penale, sui quali la Magistratura sta indagando. Nel frattempo il Pd, guidato dal piccolo leader, dov’era? Perché taceva? Per paura? Per rispetto? Per commistione? E dov’erano le associazioni spontanee di cittadini? Erano tutti in silenzio, forse per timore, forse per sudditanza o forse per mera indifferenza”.
Inoltre “è fatto notorio e non smentibile che il 70% dei debiti che hanno portato al fallimento di questo Comune sono stati prodotti dalla giunta Udc in soli tre anni, dal 2011 al 2013, è noto a tutti, anche al Pd, che, invece, questa amministrazione, coadiuvata dai migliori esperti di finanza pubblica del territorio, ha cercato disperatamente di salvare la città. Tutti ad Acri sono consapevoli di chi lavora e di chi chiacchiera, tutti conoscono chi passa le giornate seduto ai tavoli di un bar e chi bussa con i piedi alle porte dei politici regionali, di destra e di sinistra, per garantire a se e ai suoi cari qualche consulenza pagata da noi calabresi”.
Il Pd “ha sempre visto Acri come un distributore automatico di consensi e poi è sempre sparito, ed è proprio da questa gente che ci giungono le offese e le lavate di testa. Il piccolo leader locale del Pd, per occupare il ruolo di sindaco, venderebbe l’anima anche al diavolo, ci ha provato più volte, dimenticandosi il passaggio fondamentale: vincere le elezioni. Prima, però, dovrebbe imporsi nelle Primarie del suo partito, ma poiché lo conoscono bene, i suoi compagni di partito sarebbero disposti a votare persino una sedia piuttosto che egli. La morale – conclude il comunicato – ci arriva da chi ha fatto dell’arroganza, del pretesto, delle bassezze, lo stile e la sostanza del suo agire politico. Da questi signori, conclude la nota dell’amministrazione comunale, non accettiamo nessun consiglio e ne condanniamo il cattivo esempio”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 02-01-2017 Piero Cirino


Condividi:

Lascia un commento

error: Content is protected !!