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ACRI: Elezioni,partiti in Fibrillazione

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Con la data possibile di aprile, la politica acrese entra in fibrillazione in vista delle elezioni Comunali.
La legislatura, iniziata nel 2010, finisce anzitempo per la condizione di incompatibilità con la carica di parlamentare europeo contestata all’ex sindaco Gino Trematerra.
E’ tutta da confermare l’attuale coalizione che guida le sorti del Comune e che si avvale dell’appoggio di Udc, PdL e Psi.
Intanto quest’ultimo deve decidere se continuare a stare nel centro – destra o aprire un nuovo dialogo con il centrosinistra.
I rapporti tra Udc e PdL non sono mai stati idilliaci, anche se frizioni particolari non se ne sono mai registrate. Almeno all’esterno.
L’impressione è che il rapporto debba essere ricalibrato.
Di certo toccherà all’Udc designare il candidato a sindaco del centro – destra, qualsiasi esso sia, se non altro perché partito di maggioranza nella maggioranza.
Il sindaco facente funzioni Luigi Maiorano appare essere il più accreditato, soprattutto perché in molti vedono nella sua designazione a gestire il difficile periodo post – Trematerra come una sorta di investitura.
Tuttavia non bisogna tralasciare anche altri nomi, quali quelli degli assessori Raffaele De Vincenti e Anna Vigliaturo.
Il candidato potrebbe uscire da questa terna, ma non si possono escludere eventuali outsider.
Per quanto riguarda il centrosinistra, il discorso si complica un po’.
Il Partito Democratico è orientato a indire primarie di partito e non di coalizione e questo potrebbe avere delle ripercussioni con il resto di un centrosinistra tutto da costruire.
C’è chi nel Pd le primarie non le avrebbe volute, ma, a questo punto, non sembrano essere evitabili.
Alla consultazione parteciperanno quasi certamente il consigliere comunale e vicepresidente della comunità montana “Destra Crati – Sila Greca” Pino Capalbo, primo segretario del Pd ad Acri, e il presidente della fondazione “Vincenzo Padula” Giuseppe Cristofaro, che in passato è stato anche consigliere e assessore regionali e sindaco di Bonifati. Sono due nomi, ma non è detto che non ve ne possano essere altri.
Il tarlo della dirigenza democratica è ciò che le primarie potrebbero lasciare sul campo, con la speranza che la contesa non vada oltre i limiti imposti dall’appartenenza a uno stesso partito.
Sembra ormai invece assodato che le primarie nazionali non lascino traccia sui rapporti interni al Pd, con la candidatura di Bersani che dovrebbe raggiungere percentuali bulgare.
Tra i due blocchi “istituzionali” si dovrebbe inserire il movimento che fa capo all’ex sindaco Nicola Tenuta, che sarebbe sostenuto da un cartello di liste che hanno l’intento di rompere i confini tradizionali tra centro – destra e centrosinistra.
L’obiettivo sarebbe anche quello di diventare punto di riferimento per i delusi dell’uno e dell’altro.
Bisogna poi capire come si muoveranno Sel, i Comunisti, i grillini e altre formazioni; se, nelle percentuali complessive, saranno presenze marginali o se, al contrario, riusciranno a raccogliere consensi rilevanti.


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