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Acri – Sit-in per smuovere la politica

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Un sit – in tenutosi ieri pomeriggio all’ingresso del Palazzo Sanseverino – Falcone ha suscitato curiosità da un lato, preoccupazione da un altro.
L’iniziativa è stata assunta da un gruppo di cittadini e si è concretizzata spontaneamente. Sul web nel primo pomeriggio si parlava dell’intenzione di occupare il Palazzo e questo ha inevitabilmente mobilitato le forze dell’ordine, peraltro allertate anche da una telefonata. Carabinieri e Polizia Municipale hanno raggiunto i manifestanti e si sono limitati a chiedere informazioni e prendere le generalità, non avendo ravvisato pericoli immediati.
In realtà, considerati gli obiettivi dell’iniziativa, l’occupazione non era un’idea tanto campata in aria.
I protagonisti del sit – in hanno voluto “presidiare un luogo simbolo degli spazi pubblici per accendere i riflettori su temi che riguardano l’intera collettività”.
Il Palazzo Sanseverino-Falcone è sede, tra l’altro, del Maca (Museo Arte Contemporanea Acri), del consiglio comunale e del nascituro Caffè Letterario. L’idea è quella di “riappropriarsi fisicamente di questi spazi, anche perché oggi per poter avere il permesso di organizzarvi delle iniziative è necessario che vi sia il patrocinio del Comune”, altrimenti si paga.
Hanno raggiunto il sit – in alcuni consiglieri di opposizione e qualche esponente di forze politiche non presenti nelle assise comunali. Con loro i manifestanti, all’interno del Maca, si sono confrontati su temi quali Caffè Letterario, fruizione degli spazi pubblici, ospedale, SS660, Sibari – Sila e altro. Le opposizioni hanno spiegato di avere in mano pochi strumenti per incidere e questi sono già stati sollecitati. Verso la fine, hanno fatto capolino anche esponenti dell’esecutivo e della maggioranza, smentendo così le previsioni dei manifestanti che ne avevano pronosticato l’assenza.
I protagonisti dell’iniziativa di ieri assicurano che è nelle loro intenzioni ripeterla nel tempo, intanto per sollecitare risposte dalle forze politiche circa le soluzioni finora messe in campo per aggredire i problemi più urgenti, poi per stimolare un coinvolgimento sempre più ampio della cittadinanza non impegnata in politica.

Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 09-03-2016.


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