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Al Maca mostra su Celiberti.

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A partire da sabato 7 dicembre, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita la mostra La Materia della Memoria, personale antologica del Maestro Giorgio Celiberti (Udine, 1929), testimone e protagonista di quella stagione artistica straordinariamente innovativa e rivoluzionaria che fu la seconda metà del Novecento, e capace di mantenere a tutt’oggi viva e attuale la propria ricerca creativa.
Non ancora ventenne, Celiberti prese parte alla sua prima Biennale di Venezia (1948) – con, tra gli altri, Emilio Vedova, che del giovane artista ammirava: «l’impegno e quel vigore che rivelano un giovane fortemente nato alla pittura, estraneo alla superficialità arrivistica dei troppi giovani improvvisati senza destino» – per parteciparvi nuovamente in occasione delle tre edizioni successive (1950, 1952, 1954). La Quadriennale di Roma lo vede tra i suoi protagonisti per ben quattro edizioni (1951, 1955, 1959, 1965). Oltre cento mostre personali hanno portato in tutto il mondo la sua personalissima visione pittorica e scultorea: dalle importanti esperienze degli anni Cinquanta a Parigi (1953) e Londra (1956), fino all’antologica del 2005 al Museo Villa Breda di Padova, che vede un suo dipinto di grandi dimensioni entrare nella collezione del MART di Rovereto; passando per le innumerevoli occasioni espositive tra l’Europa, gli Stati Uniti e l’Asia.
Le imponenti sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo alle pendici della Sila Greca, ospitano un percorso antologico del Maestro friulano, a cura dello storico e critico d’arte Anselmo Villata, che attraverso una collezione di opere scultoree e pittoriche, frutto di sperimentazione costante e dell’utilizzo di numerosi supporti e materiali, indaga le vicende umane alla luce di una riflessione intima e toccante, ripercorrendone la storia, senza tralasciarne le vicende più oscure e atroci, come le vite spezzate nei campi di prigionia nazisti. Una sala, che sarà protagonista nel Giorno della Memoria (27 gennaio 2020), sarà allestita con le opere del ciclo dedicato a Terezin, lager nazista vicino a Praga, dove trovarono la morte migliaia di bambini ebrei, visitato dall’artista nel 1965, esperienza che lo segna profondamente e dà nuovo ordine e scopo alla sua opera.
«La visita al carcere di Terezin ha significato per Celiberti un appuntamento col destino, col suo destino di artista, rivelandogli appieno la sua vera natura con un’improvvisa illuminazione della coscienza […]», scrive lo storico dell’arte Giorgio Di Genova nel 1995. «Dalla metà degli anni Sessanta, insomma, Celiberti si è conosciuto, o meglio si è ri-conosciuto».

Museo Maca


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