comunicato stampa

Sull’ospedale la maggioranza si è svegliata dal letargo

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Come risaputo nella giornata di mercoledì scorso si è tenuto il consiglio comunale.

Come al solito di ciò che si è detto, deciso e di come ciascun consigliere ha votato sui singoli provvedimenti solo pochi intimi ne sono a conoscenza, conseguenza del fatto che nonostante le innumerevoli richieste fatte dal sottoscritto da circa due anni a questa parte l’amministrazione in carica non è ancora riuscita a stipulare una convenzione con la radio locale per trasmettere in diretta i lavori consiliari.

Questioni di bilancio dicono, ma poi i soldi per affidi diretti ed incarichi fiduciari si trovano sempre!

Confido comunque nel fatto che siccome dal prossimo consiglio comunale anche gli assessori potranno prendere la parola durante i lavori dell’assise senza essere sollecitati dai consiglieri si trovino finalmente le esigue risorse necessarie a tale scopo, magari per dare maggiore visibilità a qualche assessore in odore di candidatura a sindaco alle prossime amministrative che, vista la sua lunga esperienza politica, avrà sicuramente modo di mettersi in mostra.

Personalmente ho votato contro le modifiche al regolamento dei lavori consiliari, svilenti per il massimo organo istituzionale locale e per il ruolo ricoperto dai consiglieri comunali, e ritengo che questa decisione sia un segnale di debolezza della maggioranza e del sindaco che probabilmente è insoddisfatto della poca loquacità di taluni suoi consiglieri e, per dirla tutta, della smarrita oratoria di tal’altri che fino a poco tempo fa erano molto più vivaci e presenti nelle discussioni.

Ritornando ai lavori dell’ultimo consiglio, è stato inserito, all’inizio della seduta e su proposta del collega di maggioranza Mario Fusaro, un ulteriore punto all’ordine del giorno: la questione ospedale a seguito dell’ultimo decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera in Calabria, tema molto sentito dal sottoscritto e dalla coalizione che rappresento (Sinistra Italiana e M5stelle).

Finalmente l’amministrazione Capalbo dopo anni di miopia si è accorta che avevamo ragione, che il nostro ospedale, sempre più penalizzato in termini di personale e servizi, è a rischio chiusura o, nella migliore delle ipotesi, di graduale trasformazione in una inutile struttura del tipo ospedale di comunità o casa di comunità.   

È dai tempi dell’ultima campagna elettorale, e prima ancora come coordinatore locale di Sinistra Italiana, che esprimo la necessità per la città e per i cittadini di azioni forti, di manifestazioni di piazza capeggiate dal primo cittadino e supportate dalle istituzioni locali da portare fin sotto la cittadella regionale di Catanzaro, ed è per questo che mi sento di dire: era ora!

Spero solo che non sia tardi e che il troppo tempo perso dietro alle false illusioni, ai tentativi diplomatici e alle interlocuzioni politiche, che non hanno portato a niente, non abbia segnato definitivamente il destino del nostro ospedale, non abbia ingenerato nei nostri concittadini l’idea che ormai non c’è più niente da fare, scoraggiandoli dal prendere parte ad azioni di protesta collettiva.  

È per questo motivo che durante i lavori consiliari ho sottolineato l’importanza di indire con urgenza un consiglio comunale aperto sul tema, prima di organizzare qualsiasi manifestazione di protesta, invitando a partecipare il presidente nonchè commissario regionale alla Sanità   Occhiuto ed i massimi vertici dell’ASP di Cosenza. Per dare la possibilità a tutta la città di ascoltare direttamente dalle loro bocche ciò che realmente vogliono fare del nostro ospedale, dando così maggiore vigore alle iniziative di protesta.

La proposta, su iniziativa dei consiglieri di minoranza, è stata messa ai voti ma non è passata poichè la maggioranza ha votato contro. E sia! Se per il sindaco e la maggioranza, dopo anni di letargo, la cosa più importante da fare nell’immediato è organizzare una manifestazione di protesta noi ci saremo ma abbiano almeno l’onestà intellettuale di ammettere che avevamo ragione! 

Consigliere comunale Angelo G. Cofone 


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