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Acri-Quando gli errori del fisco diventano persecuzione

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Raramente nella storia acrese si era verificato un periodo di così alta tensione tra i cittadini contribuenti e il fisco comunale.

Le manifestazioni e le contrapposizioni su Tari e acqua sono ormai entrate stabilmente nella cronaca giornalistica delle ultime settimane. Nel corso dei tanti incontri che si sono susseguiti, il sindaco prima e l’assessore ai Tributi poi hanno sottolineato come gli errori nella bollettazione degli uffici comunali non vadano oltre un fisiologico 5 – 6 per cento.

Tuttavia la cronaca registra casi in cui questi errori diventano una sorta di accanimento.

Nello scorso mese di dicembre “Il Quotidiano” segnalò una bolletta dell’acqua recapitata a un cittadino per il consumo che si riferiva all’anno 2013. Quel cittadino si era visto notificare un importo di oltre 102 euro, per un allaccio che era stato fatto il 20 dicembre 2013. In sostanza avrebbe dovuto pagare una somma esorbitante per undici giorni di consumo d’acqua, per una utenza che inoltre era ancora disabitata.

L’errore era evidente e in parte dipendeva dall’applicazione di una quota minima che si riferiva a 140 metri cubi, che ognuno avrebbe dovuto pagare indipendentemente dal fatto che li avesse consumati o meno. Il sindaco ha già spiegato che si è trattato di un errore del sistema informatico e che verrà posto rimedio.

Il malcapitato cittadino tuttavia pensava  si “aver già dato”, purtroppo così non è stato, considerato che il fisco a volte riesce a essere di una ottusità degna di miglior causa.

Da una verifica fatta dagli uffici infatti venne fuori che a costui non era stata notificata la tassa sui rifiuti per il 2013, che allora si chiamava Tares.

Quindi insieme alla Tari del 2014 arriva anche la bolletta dell’anno prima. E fin qui ci può stare, sebbene non si capisca come possa sfuggire un contribuente al fisco con i sistemi informatici di cui gli uffici sono oggi dotati.

Quello che desta l’incredulità del contribuente e la sua sacrosanta rassegnazione è la somma identica per le due bollette: 314 euro.

Ora, le proteste sulla Tari di quest’anno riguardano un esorbitante aumento della tassa sui rifiuti, nel passaggio dalla Tares al nuovo odiato balzello. Se è così, come è possibile che a un contribuente venga notificata per lo stesso locale la medesima cifra per i due anni?

Come si sia potuto verificare è difficile capire e la tentazione di dire che si sia proceduto con una sorta di “copia e incolla” è davvero forte. In ogni caso, sarebbe davvero interessante conoscere la versione ufficiale dell’Ufficio Tributi su questa ennesima gaffe.

 

Piero Cirino

Da “Il Quotidiano del Sud” del 07-03-2015.

 

 

 

 


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