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Addio a Marina Cicogna: si è spenta a 89 anni la “Contessa” del cinema italiano, prima figura femminile nella produzione di film

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Era nata a Roma Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata dal conte lombardo Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata di casato veneto; con il cinema nel sangue per nascita: suo nonno era il conte Giuseppe Volpi, presidente della Biennale di Venezia e fondatore nel 1932 della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, tanto che da lui prende il nome la Coppa Volpi che viene assegnata alla migliore interpretazione sia maschile che femminile nell’ambito della Mostra. Laureatasi in Arti al Sarah Lawrence College di New York, è stata icona di eleganza, di stile, nel 2010 Vanity Fair l’ha inserita nella lista delle personalità meglio vestite al mondo. È stata anche simbolo di libertà e indipendenza, ribelle e anticonformista. Ha amato sia uomini che donne, ha avuto flirt con Alain Delon e Warren Beatty, è stata legata per vent’anni all’attrice brasiliana Florinda Bolkan, da lei lanciata nel mondo del cinema.  È cresciuta in un ambiente agiato e cosmopolita, ha frequentato i più bei salotti al mondo, esponente del jet-set internazionale e della Dolce Vita romana, ha vissuto tra Los Angeles, New York, il Brasile, poi Milano, Venezia e Roma suo grande amore, dove era tornata e dove si è spenta a 89 anni dopo un periodo di malattia. Accanto a lei Benedetta Gardona sua compagna da trent’anni, più giovane di lei di una ventina di anni, che Marina ha voluto adottare come figlia per garantirle un futuro tranquillo.

Marina Cicogna si è affermata come produttrice cinematografica, distinguendosi in un mondo prevalentemente maschile, grazie al suo innato talento che le veniva dall’essere nata e cresciuta in un ambiente che respirava cinema; sin da bambina ha frequentato set, registi e attori. Aveva una particolare predisposizione nell’intuire le potenzialità di una sceneggiatura che ha messo a frutto nella Euro International Films, casa di produzione della sua famiglia e controllata con il fratello Bino, morto suicida nel 1971. Il compito di Marina era quello di scegliere i film da distribuire in Italia. E sin da subito scelse bene: nel 1964 L’uomo del banco dei pegni di Sydney Lumet, nel 1967 Bella di giorno di Luis Buñuel che vinse il Leone d’Oro a Venezia. Quindi decise di cominciare lei stessa a produrre e partì con Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi, da lì in poi la lista di film importanti si allungò così come la collaborazione con i più importanti registi italiani: Pierpaolo Pasolini, Elio Petri, Francesco Rosi, Franco Zeffirelli, Lina Wertmuller, Sergio Leone, come dichiara lei stessa in un’intervista a TV2000.

Ha prodotto pellicole come Medea, La classe operaia va in paradiso, Uomini contro, Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Fratello sole, sorella luna, C’era una volta il West e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto per il quale vinse l’Oscar come migliore film straniero nel 1971 e il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes nello stesso anno.

Marina è stata definita dal New York Times “una delle donne più potenti del cinema europeo”, ma non è stata solo la prima grande produttrice italiana, è stata pure sceneggiatrice, attrice e fotografa. Ha scattato molti ritratti di personaggi noti che frequentava e con i quali condivideva l’amicizia, tra i molti Charlie Chaplin, Henry Fonda, Gianni Agnelli, Claudia Cardinale, Elizabeth Taylor, Maria Callas, Aristotele Onassis. Ottanta di questi ritratti hanno dato vita, nel 2009, al libro fotografico Scritti e Scatti che è divenuto anche una mostra fotografica. A questo hanno fatto seguito altre tre pubblicazioni: La mia Libia, Imitatio Vitae, in collaborazione con Gucci, e Ancora Spero, una Storia di Vita e di Cinema. La sua vita è stata raccontata in un documentario del 2021 di Andrea Bettinetti dal Titolo La Vita e Tutto il Resto. È stata insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, appena sei mesi fa aveva ricevuto il Nastro d’Argento alla Carriera.

Werner Altomare


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