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Progetto Bancartis, XVI edizione: Pater-Munus nelle monete di Angelo Ventimiglia

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Il Progetto Bancartis, con cui la BCC Mediocrati  di Rende (Cs) arricchisce la propria collezione di opere d’arte, è giunto quest’anno alla sedicesima edizione, con l’ingresso di una installazione dell’artista Angelo Ventimiglia (nato a Castrovillari, Cs nel 1984).

Una, e prima, su tutti è la preziosa opera di scuola barocca, donata da Vincenzo De Bonis, ultimo discendente dell’antica famiglia di liutai bisignanesi. Dal 2007, la banca ha poi intrapreso un’importante iniziativa di sostegno e valorizzazione dell’arte e della cultura Made in Calabria, dando vita a una collezione di opere d’arte e artigianato artistico di primissimo rilievo, con l’intento di raccogliere un corpus in grado di testimoniare efficacemente il grande fermento e l’intensa vitalità della scena artistica di un territorio particolarmente fecondo di creatività e arte, dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.

Com’è noto il termine patrimonio deriva dall’unione di due lemmi latini   pater (padre) e munus (dovere); letteralmente il patrimonio è il “dovere del padre” e per estensione rappresenta tutte le cose che appartengono al padre e che vengono quindi lasciate ai figli.

La moneta è strumento del potere di acquisto ma è anche simbolo di un patrimonio artistico che non solo può generare ricchezza economica ma identitaria di un territorio che riaffiora sia dagli scavi archeologici che dalle tradizioni.

Un passato che viene modellato, piegato, cesellato dalle mani di Angelo Ventimiglia, per ridare valore al grande messaggio di civiltà lasciato in eredità dalla Magna Grecia. Nell’artista calabrese vive un’arte dimenticata, rivisitata, reinterpretata, e ogni suo lavoro è un racconto che dall’antico arriva al contemporaneo, ripercorrendo oltre duemila anni di storia. Con un approccio del tutto nuovo mescola infatti i principi dell’ingegneria con l’arte, imprimendo vitalità al metallo di cui si avvale per le sue opere, convinto che la duttilità dei materiali consente di raccontare la storia.

Nell’opera Rhegion & Kroton (tecnica mista, acrilico su tela, stoffa di cotone e lamina di alluminio lavorata a sbalzo con doppia battitura a freddo) che entra nella Collezione Bancartis, l’artista cosentino dimostra un attaccamento atavico alla sua amata Calabria sia nel riprodurre rari esemplari numismatici che fregi o pinakes provenienti dalla Magna Grecia, proiettandoli nella contemporaneità artistica attraverso un perfetto equilibrio tra la pittura ed i metalli dove la classicità d’impianto nella struttura delle figure e nell’impostazione complessiva della tela ha uno straordinario sapore di cultura passata che rivive nel presente.

Come di consueto, nella prossima stagione primaverile, all’artista sarà dedicata una mostra personale antologica presso il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri).


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