Platea

Paolo Conte, il maestro è nell’anima: dalla Scala al cinema per tre giorni

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Nel mese di febbraio di quest’anno al Teatro alla Scala di Milano si è tenuto un evento che è stato, unanimemente e a ragione, definito storico: per la prima volta nella storia, infatti, il luogo che da circa 250 anni è riconosciuto come il tempio dell’opera, della musica lirica e del balletto ha concesso il palcoscenico ad un evento pop. Lo ha fatto scegliendo probabilmente il più iconico tra i cantautori italiani, intellettuale e popolare, tradizionale e innovativo al contempo: Paolo Conte, classe 1937, che nel 2001, al termine della sua tournée negli Stati Uniti, venne definito dalla critica americana “…traghettatore estetico dal Novecento al futuro”. Il concerto ha preso vita da un’idea di Caterina Caselli, che un giorno passando in auto con Dionne Warwick davanti alla Scala ha discusso con la cantante statunitense sulla possibilità di esibirsi in quel luogo magico. Quando successivamente ha assistito ad un concerto di Paolo Conte agli Arcimboldi, le è tornato in mente quel pensiero folle che ha perseguito con tenacia fino a farlo diventare realtà.

Da questo evento unico, verosimilmente irripetibile, dalle proporzioni straordinarie e performative enormi, è nato un progetto multipiattaforma che comprende un album, esclusivamente in formato vinile e cd, uscito in novembre per Sugar Play, che, in collaborazione con Chora Media ha anche prodotto un podcast scritto e raccontato da Giulia Cavaliere, disponibile on-line dallo scorso 24 novembre; lo strumento narrativo digitale più contemporaneo di tutti, nel quale trova spazio uno speciale corpus di voci e di mondi artistici contemporanei come Caterina Caselli, Francesco De Gregori, Colapesce e Dimartino, Mahmood oltre alla linguista Beatrice Cristalli.

Ma da quella performance alla Scala, è scaturito soprattutto un film documentario che si chiama “Paolo Conte. Il maestro è nell’anima” riprendendo il titolo di una sua canzone, nel quale si intervallano alle immagini del concerto, altre riprese che raccontano la preparazione dello spettacolo, le prove, l’arrivo di Paolo Conte in teatro, istantanee del soundcheck, il backstage ed un prezioso racconto dello stesso cantautore astigiano sul suo rapporto con la Musica. Inoltre, ricordi e confidenze si uniscono in questo prezioso documento, intimo e poetico, che va dritto al cuore artistico del musicista. Questo docufilm è anche un tributo ad una carriera irripetibile ed è destinato a diventare una reale testimonianza dell’eredità artistico-culturale di Paolo Conte.

Il regista Giorgio Testi che ha diretto le riprese cinematografiche del concerto ha dichiarato di essere entrato nel progetto con molta cautela; aveva già lavorato alla Scala, ma ovviamente filmare un concerto di Paolo Conte in quel teatro era completamente diverso dal riprendere un concerto classico. Non ha voluto un’estrema spettacolarizzazione delle immagini, ma ha cercato di immortale il tutto con una lente cinematografica e di trasportare il pubblico sul palco insieme a Paolo Conte. Per far questo ha avuto a disposizione soltanto 24 ore per le riprese.

Il film è stato presentato ufficialmente alla 41ma edizione del Torino Film Festival ed ora è in programmazione nelle sale cinematografiche italiane soltanto per tre giorni: oggi, domani e dopodomani si avrà l’occasione di immergersi ed essere partecipi di questo straordinario evento.

Werner Altomare


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