Dalla provincia

Tribunale Corigliano-Rossano, che fare? Lettera aperta di Franco Filareto

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–  Al   Sindaco  della  Città  di  Corigliano-Rossano

–  Al  Presidente Consiglio Comunale  e  ai Consiglieri Città di Corigliano-Rossano

–  Alla Rappresentanza Parlamentare territoriale (sen. Rosa Silvana Abate e on. Vittoria 

     Baldino, Francesco Forciniti, Francesco Sapia, Elisa Scutellà),  

–  Alla  Rappresentanza  territoriale nel  Consiglio e nella Giunta della Regione Calabria (Cons. Giuseppe Graziano e Ass. Gianluca Gallo Gallo)

–  Ai  Sindaci  e  Consigli  Comunali  della  Calabria  del  Nord-Est

–  Ai  Partiti  del  territorio

–  Alle  OO. SS.  del  territorio  C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L.

–  Alle  Associazioni  imprenditoriali  del  territorio

–  Ai  Dirigenti  scolastici  del  territorio

–  A  S. E.  Arcivescovo  di  Rossano-Cariati, don Giuseppe Satriano

–  Ai  Presidenti delle Associazioni Culturali del territorio

–  Ai  Concittadini del territorio

–  e agli Organi di  informazione.

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Il Consiglio Comunale della città di Corigliano-Rossano, celebratosi il 12 u. s. sul piazzale “Cesare Rossi”, antistante l’edificio del Tribunale del territorio, ha dato utili indicazioni, che mi hanno indotto – in qualità di Sindaco emerito di Rossano e di cittadino che ha sempre inteso la libertà come responsabilità e partecipazione – a sottoporre alla vostra attenzione le seguenti riflessioni eproposte.

Dopo il 2011-12 abbiamo tutti registrato un accanimento sul nostro territorio da parte dei centralismi nazionale, regionale, provinciale, finalizzato a cinici giochi di bassa politica tesi a mantenere quest’area divisa, colonizzata, subalterna, e a togliere, scippare, depauperare. Le conseguenze sono devastanti. Sul piano economico e sociale la rapina del Tribunale ha determinato un effetto domino su tutti i servizi pubblici: spoliazione degli Ospedali riuniti spoke, declassamento dell’INPS (poi recuperato con la fusione), degli Uffici delle Entrate, dell’INAIL, soppressione dei treni di lunga percorrenza, diminuzione degli investimenti pubblici e privati, crisi dell’edilizia e del comparto commerciale, perdita di diverse centinaia di posti di lavoro, espansione della ‘ndrangheta e dell’illegalità. Ancora più drammatiche sono le conseguenze sul piano della coesione sociale, della resistenza e della reattività: si è diffuso un clima che ha avvelenato le coscienze individuali e collettive, di fatalismo al crudele destino, di rassegnazione, di convinzione che la nostra è una terra senza futuro, tanto che numerosi concittadini (segnatamente i giovani talenti) hanno ripreso ad emigrare e quelli che sono rimasti hanno cessato di partecipare alla cosa pubblica e protestare, chiusi nello sterile individualistico lamento greco, dimessisi da cittadini attivi, impantanatisi nell’immobilismo, tutti rivelatori di sfiducia verso tutto e tutti (istituzioni, politica, sindacati, associazionismo): ne è ennesima prova la scarsa partecipazione al Consiglio Comunale di alcuni giorni fa.

Che fare ?

Dobbiamo prendere atto che:

–          nessuna Istituzione sovra-comunale ci ascolta e ci prende in considerazione: né Provincia, né Regione, né Governo nazionale e neppure la Magistratura e i massimi Organi dello Stato (ne siamo fortemente delusi, sconcertati e indignati);

–          al tavolo dove si decidono le sorti delle popolazioni e dei territori questa nostra città e questo comprensorio non sono assolutamente rappresentati;

–          “CHIEDERE”, come si è fatto finora, alle più alte Istituzioni dello Stato, con rispetto e cortesia istituzionali, la rivendicazione dei sacrosanti diritti e delle più ampie ragioni è stato deludente, perché non ha dato “nessunissimo” risultato: dal chiedere ritengo che si debba passare al “PRETENDERE”;

–          Procedere in ordine sparso in nome di un campanilismo autolesionistico ci ha resi deboli, privi di forza contrattuale, subalterni a interessi centralistici, colonizzatori e mortificatori di quest’area vasta della Regione, per cui occorre costruire sintesi unitarie e parlare con un’unica voce;

–          abulia, apatia, spirito di rinuncia, crisi della coscienza dei superiori interesse generale e bene comune caratterizzano oggi moltissimi concittadini, che non sanno a chi rivolgersi (se non per faccende personali e familistiche), su chi avere fiducia per recuperare coraggio e impegno sociale, per costruire la speranza e la fiducia nel futuro.

Ritengo, perciò, che dovremmo cambiare strategia e intraprendere percorsi nuovi e coraggiosi.

Al Sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, chiedo di promuovere, in stretta intesa con il Consiglio Comunale nella sua interezza, un incontro urgente, un “TAVOLO PER LA LEGALITA’ E I DIRITTI” con i Sindaci della Calabria del Nord-Est per costituire un Coordinamento e una Cabina di Regia sulla problematica del recupero del Tribunale del territorio (e poi o nel contempo, sulle altre gravi questioni-vertenze che affliggono la nostra gente, come la sanità, l’Ospedale della Sibaritide, la presenza ingombrante dell’eco-mostro della centrale Enel, i trasporti, l’istituzione della provincia etc.) finalizzato ai seguenti obiettivi:

a)      produrre un esposto-denunciaal Tribunale e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per accertare le eventuali numerose violazioni di legge nell’accorpamento del Tribunale della Sibaritide a Castrovillari e per il recupero del mal tolto;

b)     promuovere, in collaborazione con i cinque rappresentanti del territorio nel Parlamento nazionale (sen. Rosa Silvana Abate e gli on. Vittoria Baldino, Francesco Forciniti, Francesco Sapia, Elisa Scutellà), un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e con il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel quale pretendere il ripristino del Tribunale del territorio mediante un Decreto Legge (non ho alcuna fiducia, per ora, nella ventilata ipotesi-proposta di un Disegno di Legge per un nuovo Tribunale, perché questo esige tempi biblici non garantiti e lo trovo diversivo e fuorviante), preannunciando che, in caso di diniego o di rinvio sine die, tutti i Sindaci della Calabria Settentrionale avvieranno iniziative di mobilitazione fino a uno sciopero generale, di disobbedienza civile e istituzionale ed anche le dimissioni di tutti i primi cittadini;

c)      in questo percorso il Sindaco Stasi, i Sindaci, i Consiglieri Comunali, i rappresentanti nel Parlamento nazionale promuoveranno iniziative di sensibilizzazione delle Comunità amministrate, in intesa e collaborazione con le Organizzazioni di Categorie, i Sindacati, l’associazionismo imprenditoriale e socio-culturale, le Scuole, la Chiesa, la stampa territoriale etc.

Corigliano Rossano, 16 settembre 2020.

                                                                                                         Francesco   Filareto


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