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L’ultima Notte di Amore: un film poliziesco dai toni noir tutto italiano

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Da Giovedì 9 Marzo è in programmazione nelle sale cinematografiche italiane L’ultima notte di Amore il nuovo film diretto da Andrea Di Stefano, terzo in ordine cronologico dopo Escobar con Benicio del Toro del 2014 e The Informer con Clive Owen del 2019; attore, regista sceneggiatore romano di nascita, ma newyorkese di formazione, Di Stefano è cresciuto professionalmente all’Actor’s Studio.

A differenza di quanto possa lasciare immaginare il titolo, non si tratta di un film d’amore, è invece un thriller poliziesco dalle atmosfere noir, serrato e avvincente, carico di suspence, ambientato in una Milano notturna che propone di sé il lato più oscuro, lontano dagli schemi abituali. L’Amore evocato dal titolo è in realtà Franco Amore, poliziotto calabrese trapiantato al nord, giunto al termine della sua carriera professionale, a poche ore dalla pensione.

Presentato in anteprima al Festival del Cinema di Berlino, è un film che non è stato girato in digitale, bensì in pellicola come ai tempi d’oro del cinema, come spiega il regista ai microfoni della rivista Ciak; già dalla scena introduttiva si percepisce che non è un film banale: una lunghissima panoramica aerea notturna, ripresa a bordo di un elicottero (non di un drone come ormai si è abituati a fare) che attraversa l’intera città di Milano partendo dalle luci sfavillanti del centro fino a giungere a quelle sbiadite della periferia. Una periferia dove entriamo nella casa di Franco Amore (interpretato da Pierfrancesco Favino per il quale sono ormai stati utilizzati tutti gli aggettivi di apprezzamento contenuti nel vocabolario) uomo onesto, marito tranquillo, poliziotto ligio, che in trentacinque anni di servizio non ha mai sparato un colpo di pistola contro qualcuno, così come lui stesso scrive nel discorso che sta preparando per la festa d’addio. E’ pronto per svolgere la sua ultima notte di servizio mentre la moglie Viviana (Lidia Caridi) sta organizzando i festeggiamenti con parenti, amici e colleghi.

Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto Amore avrebbe mai potuto immaginare e metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie, l’amicizia con il collega Dino (Francesco Di Leva), la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente tra le strade di una Milano racchiusa dentro un tunnel fisico e metaforico in cui sembra arrivare mai la luce e che si pone come ulteriore personaggio della storia, oltre che come sfondo della stessa.

In un flashback torniamo a dieci giorni prima di quella notte, quando il cognato di Amore (il bravissimo Antonio Gerardi) gli fa incontrare un ricco signore cinese il quale gli propone un lavoretto extra ben retribuito: diventare capo del suo servizio di sicurezza personale. Amore è titubante, ci riflette, ma poi cede, e quando poi, proprio a poche ore dalla pensione, deve scortare una tizia giunta in aeroporto dalla Cina con una strana valigia, si ritrova infilato in un inganno criminale molto più grande di lui.

E’ davvero uno di quei film che riesce a tenerti con gli occhi incollati allo schermo dalla prima all’ultima scena, con il sottofondo delle musiche composte da Santi Pulvirenti che contribuiscono a tenere alta la suspense.

Werner Altomare


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