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Ryan O’Neal, il protagonista di Love Story e Barry Lindon, è morto a 82 anni

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La notizia è stata annunciata dal figlio Patrick attraverso i social: “Questa è la cosa più difficile che abbia mai avuto da dire, ma eccoci qui. Mio padre è morto in pace oggi, con la sua amorevole squadra al suo fianco che lo sostiene e lo ama come lui farebbe con noi“. Patrick, giornalista sportivo è il suo terzogenito nato dal suo secondo matrimonio con Leigh Taylor-Young. Ryan O’Neal era già stato sposato alla fine degli anni sessanta con Joanne Moore dalla quale aveva avuto i primi due figli Tatum e Griffin. Ma la relazione maggiormente ricordata è quella lunga e tumultuosa con Farrah Fawcett, entrambi bellissimi evocavano il concetto di coppia perfetta, Farrah fu la madre del quarto figlio di Ryan: Redmond. Quest’ultimo finì in carcere insieme al padre, nel 2008, per detenzione di sostanze stupefacenti.

O’Neal era nato a Los Angeles, figlio di genitori benestanti con ascendenze irlandesi, il padre si occupava di sceneggiature e la madre era attrice. Dopo aver conseguito la laurea per un periodo ha praticato la boxe, sul finire degli anni 50 si è trasferito in Germania e ha cominciato a fare la comparsa in qualche film. Nel giro di pochi anni è ritornato negli Stati Uniti ed è riuscito ad ottenere nel 1964 un ruolo di primissimo piano nello sceneggiato tv Peyton Place affiancato da Mia Farrow.

Da quel momento, grazie al suo fascino, al fisico atletico e muscoloso, ma anche al suo viso candido, O’Neal è stato chiamato da Artur Hiller per il ruolo da protagonista maschile di Love Story, con Ali McGraw impegnata nel ruolo femminile. Il film narra una storia d’amore drammatica, ottiene un successo planetario, diventa il sesto film più visto nella storia e si trasforma in una sorta di fenomeno culturale racchiuso in una battuta dei personaggi che viene ripetuta ovunque: “Amare significa non dover mai dire mi dispiace”. Per questa interpretazione O’Neal ha ottenuto una delle sette nomination del film agli Oscar e ha vinto il David di Donatello.

Due anni dopo Peter Bogdanovich lo vuole al fianco di Barbra Streisand in Papà ti manda sola?  e di nuovo nel 1973 ancora con Bogdanovich gli affida il ruolo di protagonista in Paper Moon nel quale recita insieme alla figlia Tatum di dieci anni, la quale vince l’Oscar, attrice più giovane della storia iscritta nell’albo del premio.

Nel 1975 viene preferito a Robert Redford per il ruolo di Barry Lindon nell’omonimo film considerato come uno dei più belli diretti da Stanley Kubrick e uno dei più maestosi mai realizzati. Ryan O’Neal ha continuato a recitare in ruoli al cinema fino al 2015, il suo ultimo film è Knight of Cups; in televisione ha avuto un periodo importante tra il 2006 e il 2017, in questi circa dodici anni è stato il padre della protagonista nella serie “Bones”.

Dagli inizi degli anni 2000 ha dovuto combattere con una forma di leucemia alla quale si è aggiunto più recentemente un cancro alla prostata. Nel 2012, a tre anni dalla morte dell’attrice sua compagna, aveva pubblicato un suo libro di memorie dal titolo “Both of us, my life with Farrah Fawcett”.

Werner Altomare


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