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La casa di produzione 20th Century Fox, condannata dalla Corte Suprema Thailandese

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Il film di successo The Beach, un thriller con Leonardo Di Caprio, diretto da Danny Boyle, continua a far parlare a distanza di oltre venti anni dalla sua uscita e non per le performance artistiche. La pellicola è stata prodotta dalla californiana 20th Century fox che ha inviato uomini e mezzi in Thailandia per un sopralluogo del set già nel 1998. Per alcune scene è stata individuata la spiaggia di Maya Bay sull’isola di Kho Phi Phi Le un vero e proprio paradiso naturale, ma le esigenze di rendere il posto più “cinematografico” hanno portato la produzione a modificare lo stato dei luoghi, sradicando alberi autoctoni sostituendoli con palme che facessero sembrare la località più “tropicale”, appiattendo dune di sabbia, allargando artificialmente la spiaggia. Tutto questo ha impattato violentemente contro un ecosistema naturale delicato, danneggiandolo.

Le autorità locali sono intervenute ottenendo l’impegno dei produttori di riportare tutto com’era al termine delle riprese, ma non era esattamente come rimettere in ordine il garage, il danno era fatto: gli squali erano già scappati e il corallo devastato. A questo si è unito lo scempio provocato da turisti e cinefili attratti dai luoghi magnifici ammirati sullo schermo, centinaia di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, al ritmo di cinquemila al giorno, si sono riversati in quella piccola oasi nell’oceano indiano, peggiorando ulteriormente la situazione, arrivando con le imbarcazioni fino a riva, immergendosi in acqua laddove vietato, portando via manciate di sabbia come ricordo. Questo contesto ha portato il Governo di Bangkok alla decisione di chiudere l’accesso alla spiaggia a chiunque per sei mesi, allo scopo di ripristinare l’ecosistema originario; i risultati di questa decisione si sono cominciati a riscontare presto: la fauna e la flora, sia terrestre che acquatica, sono tornate a farsi vedere. Visti i buoni risultati, la chiusura è stata prorogata, complice anche la pandemia, per altri tre anni, fino a tutto il 2021.

Da Gennaio di quest’anno, Maya Bay è stata riaperta ai turisti, sia pure con forti restrizioni nel numero delle visite giornaliere (drasticamente ridotte), nel tempo di permanenza, nell’accesso dal mare per le imbarcazioni, nella possibilità di fare il bagno. Ciò nonostante, a Luglio The Beach è stata nuovamente chiusa al pubblico (e lo è tuttora) per un ulteriore periodo di “rigenerazione”, non è ancora chiaro quando potrà essere riaperta.

Nel corso di questi anni, però, la battaglia legale è andata avanti e a distanza di ventidue anni, tra sentenze e ricorsi, finalmente la Corte Thailandese è giunta al verdetto finale: la Major produttrice del film è stata ritenuta responsabile dei danni provocati direttamente e di quelli derivati dalla distribuzione della pellicola, con una condanna al risarcimento. Quindi la Walt Disney Company, che nel 2019 ha rilevato la proprietà della 20th Century Fox, dovrà sborsare la cifra di 10 milioni di Baht, equivalenti a circa 273.000 Dollari destinati al Dipartimento per i Parchi Nazionali della Thailandia, tutto sommato cavandosela a buon mercato, considerati i circa 150 milioni incassati dal film.

Werner Altomare


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